Perché non è tutto combattimento, quel che a prima vista sembra combattimento…
In questo breve articolo non mi addentrerò nella spiegazione di che cosa sia il Chi Sao, perché sull’argomento è già stato scritto di tutto e di più. Fate una ricerca su Google e scegliete uno dei tanti scritti a riguardo. Qualcuno dovrebbe essere corretto… 😉
Ciò di cui voglio parlare è la natura o il ruolo del Chi Sao; tutti affermano che sia un esercizio, un metodo di allenamento che porta i praticanti a migliorare dal punto di vista della sensibilità, della reattività e della velocità.
Tutto questo è sicuramente vero, ma allora perché quando ci si allena, soprattutto in occasione di scambi con altre scuole o associazioni, si vuole subito dimostrare la superiorità del proprio Chi Sao?
Dimostro o non dimostro?
Se si nutrono velleità di dimostrazione, molto meglio puntare sul Lat Sao (che non è l’esercizio di ripetizione che spesso si vede in molte scuole!) o sul Mai Saan Jong.
La pratica del Chi Sao dovrebbe essere concepita come un momento altissimo, in cui entrambi i partecipanti concorrono a un miglioramento di tante caratteristiche, comprese quelle citate in precedenza, affinché questo miglioramento venga distribuito “a pioggia” su chi esegue l’esercizio.
Un vecchio detto degli ambienti del Wing Chun afferma quanto segue: se ti alleni con un Sihing impari a difendere, se ti alleni con un Sidai impari ad attaccare. Se non conoscete il significato di questi termini, vi rimando all’articolo specifico che tratta questo tema.
Le caratteristiche fondamentali
La prima caratteristica, quindi, è che i praticanti devono affidarsi l’uno all’altro, sostenersi e aiutarsi, ma non in modo passivo: è pur sempre un’arte marziale…
Il che ci porta alla seconda considerazione, ovvero l’intensità: deve essere crescente, adeguata alla preparazione di chi abbiamo di fronte, perché lo scopo è il miglioramento di entrambi e non l’annientamento di una delle parti.
Tutto passa per la conoscenza
Il Chi Sao è quindi conoscenza, di sé stessi e del partner di allenamento, è attenzione, ma anche determinazione, perché senza di essa il tutto si risolverebbe a un esercizio lento e noioso.
Una delle finalità è naturalmente il miglioramento delle capacità nel combattimento, ma ciò non significa che il Chi Sao sia esso stesso il combattimento. E allora perché così tante persone sono così smaniose di dimostrare che il loro Chi Sao è migliore?
Facciamo un semplice gioco di sostituzione. Abbiamo detto che il Chi Sao è un esercizio: ve la sentireste di affermare che il vostro esercizio è il migliore? O di voler dimostrare la superiorità del vostro esercizio? Fa ridere vero? Di modi per dimostrare qualcosa nel Wing Chun ce ne sono molti, sceglietene uno, ma non il Chi Sao per favore.
Chi Sao e competizioni
E allora cessano di avere senso anche le competizioni di Chi Sao, in cui i praticanti si affrontano partendo dall’esercizio per poi finire spesso in un gran caos di movimenti. Se non è combattimento, perché lo si usa in questo modo? È come giocare a tennis con una palla da basket…
Le competizioni di Chi Sao dimostrativo, invece, sono sicuramente più apprezzabili: una coppia esegue un’esibizione di un esercizio, stabilendo una coreografia o lasciando che tutto fluisca in modo libero. In queste dimostrazioni traspare la velocità, la varietà dei movimenti, le capacità di reazione e contro-reazione dei praticanti, pur senza quella voglia di imporsi sul compagno di allenamento. È un buon modo di dimostrare le proprie competenze e, anche se non dimostra assolutamente le capacità di combattimento dei praticanti, è sicuramente meglio che vedere due persone azzuffarsi senza criterio.
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