La cornice dell’evento è il celebre ITB di Berlino, la borsa del turismo internazionale. Il Gran Maestro Sam Lau è stato invitato per rappresentare il Wing Chun tradizionale di Hong Kong e del Gran Maestro Ip Man, arte marziale che, nella variante europea, è molto celebre e discussa proprio in Germania. Ad aiutarlo in questa trasferta europea, il GM ha richiesto la presenza anche di Sifu Furio Piccinini.

Come ha conosciuto il Gran Maestro Ip Man?

In effetti conoscevo il suo nome e la sua reputazione già da tempo, tuttavia lo incontrai personalmente la prima volta dal barbiere. Il proprietario del negozio mi presentò al Gran Maestro dicendomi che avevo di fronte un importante maestro di una splendida arte marziale. All’epoca avevo sentito parlare del Wing Chun e del fatto che dava i primi frutti, in termini di difesa personale, già dopo soli sei mesi, quindi ne fui incuriosito.

Cosa ha provato – quale sensazione – dalle prime lezioni?

Per me le prime lezioni di Wing Chun avvennero sotto la guida di Moy Yat, il mio primo maestro. Quando entrai nel luogo in cui si tenevano i corsi mi resi conto che non sembrava affatto una palestra moderna, quanto piuttosto di una normale abitazione. Lo spazio a disposizione era molto limitato, poco più di dieci metri quadrati. Non c’erano molti studenti, anche perché non ci saremmo stati tutti quanti, ma ricordo che già allora il maestro pensava di spostarsi in un locale più ampio. Nella scuola non c’erano armi o attrezzature, solo qualche punch-bag. Era una situazione strana, perché le altre scuole avevano le tradizionali teste per la Lion Dance appese alle pareti, medici che potevano aiutare in caso di problemi e altri ausili particolari. Moy Yat viveva nella stessa casa in cui ci allenavamo, come del resto faceva anche Ip Man.

Ci può raccontare come si svolgevano le lezioni?

Il Gran Maestro Ip Man ha sempre usato il metodo tradizionale per insegnare il Wing Chun Kuen, che si basava su piccoli passi e, per questo, avveniva molto lentamente: solamente verso il nono mese di allenamento iniziava a insegnare la prima sezione di Chum Kiu (la seconda forma del Wing Chun). In alcune occasioni Ip Man poteva spiegare uno o due movimenti particolari, quindi gli studenti presenti dovevano prestare la massima attenzione durante le lezioni e aguzzare la vista anche quando Sifu insegnava agli altri allievi “Senior”, oltre che durante il normale allenamento con i compagni.

Com’era il suo rapporto con Ip Man?

Il metodo di insegnamento che Ip Man usava con me era diverso (per il fatto che il GM Sam Lau era l’assistente personale di Ip Man, Ndr) e ogni volta che ne aveva l’opportunità mi insegnava, forse anche perché si rendeva conto che la sua età era piuttosto avanzata.

Dal punto di vista caratteriale, se al Maestro Ip Man non piaceva una persona, non importa come, non gli avrebbe mai insegnato e non avrebbe cambiato idea per nulla al mondo. Non avrebbe mai offeso nessuno, ma da un punto di vista tecnico avrebbe rifiutato di allenarlo. Lo ricordo come una persona molto determinata e con un carattere molto forte: era conscio del ruolo che aveva. Nel privato lo ricordo però in modo diverso: amava molto fare scherzi divertenti e gli piaceva dare dei soprannomi a tutti gli allievi.

Si ricorda qualche aneddoto particolare e (magari) sconosciuto riguardo a lei e al GM Ip Man?

Ricordo molto bene la prima volta che venni sfidato da un praticante esperto di Kung Fu e vinsi un campionato locale; in quel preciso momento ricordo bene l’eccitazione e la soddisfazione, proprio grazie al fatto che il Maestro Ip Man mi guidò personalmente in quell’esperienza. Fu in quell’occasione che mi chiese di diventare suo allievo e assistente. È stato un momento unico, che non si è mai più ripetuto.

Quando ha deciso di dedicarsi all’insegnamento del Wing Chun?

Ero solito assistere Moy Yat durante le lezioni, molto tempo fa, prima ancora di Sunny Tang. In seguito aiutai anche Yeong Wing (un altro allievo di prima generazione di Ip Man, tutt’ora vivente, Ndt). Incontrai uno dei figli di Ip Man, il pastore Koong Wai (figlio della seconda moglie di Ip Man, Koong Wai imparò anch’egli il Wing Chun), che mi introdusse allo Youth Centre di Hong Kong e mi chiese di insegnare il Wing Chun. Fu proprio questa la mia prima esperienza di insegnante. In seguito diedi lezioni anche presso uno Sport Club, quindi un altro Lutheran Centre.

Cos’è per lei il Wing Chun? Quale messaggio trasmette quest’arte marziale?

Il Wing Chun mi ha aiutato molto anche nel business, per nutrire e crescere la mia sicurezza personale e la fiducia in me stesso. Forse il valore più grande che mi ha trasmesso è imparare a fissare degli obiettivi e poi a raggiungerli. Il Wing Chun richiede persone che abbiano “cuore” per praticarlo, per unificarlo e per farlo prosperare. Solo avendo questo “cuore” particolare è possibile fissare degli obiettivi raggiungibili.

Si sente spesso parlare di differenti lignaggi di Wing Chun e di varie interpretazioni. Qual è la sua opinione a riguardo?

Le radici del Wing Chun sono ovviamente in Cina e oggi si contano oltre 50 stili di quest’arte, incluso quello di Ip Man. Tutti hanno qualcosa di simile tra loro, “sembrano” simili, mentre la maggior parte condivide i tratti del Wing Chun della famiglia Ip Man, ma in molti casi la suddivisione dell’insegnamento è diversa. Alcune scuole, per esempio, uniscono le forme Chum Kiu e Biu Chi (la seconda e terza forma del Wing Chun, Ndt). Anche i principi di base della disciplina hanno delle differenze. Al momento la maggior parte dei praticanti di Wing Chun in Cina, circa il 95%, segue lo stile di Ip Man.

Dentro la stessa famiglia di Ip Man si contano altri 100 stili diversi, però la maggior parte degli istruttori di questi “lineage” pratica e insegna una tecnica differente, che non risale affatto a Ip Man. Questo accade perché alcuni di loro hanno imparato per pochi mesi, mentre altri hanno studiato per lungo tempo. Pensateci per un attimo: entrambe le categorie di maestri dicono di seguire lo stile di Ip Man, ma di fatto ci sono molti insegnanti impreparati. Alcuni addirittura imparano da YouTube! Tuttavia, quel che insegnano prende comunque il nome di Ip Man. Le nuove generazioni, soprattutto di stranieri, mescolano il Wing Chun con altre discipline, perché non lo conoscono a sufficienza. E così ci troviamo con tre, quattro o cinque generazioni di insegnanti che dicono di possedere lo stile di Ip Man, ma in realtà i movimenti e le teorie di base sono diverse.

Anche a Hong Kong ci sono persone stupide, alle quali di solito non insegniamo. Tuttavia, questi studenti inadatti vengono accettati da altri maestri e forse, un giorno, diventeranno maestri a loro volta, così trasferiranno le tecniche sbagliate ad altri. Il Wing Chun di Ip Man potrebbe un giorno peggiorare di qualità, ecco perché la genealogia è importante. Ecco la mia opinione personale: ciò di cui parliamo rappresenta la nostra cultura e se questo approccio non cambierà, rischiamo di trovarci, un giorno, con migliaia di “lineage” di Wing Chun nel mondo.

Oggi come vede il livello dello stile? Quale futuro attende il Wing Chun?

In futuro, se ci saranno persone di “cuore”, si dovrà andare verso una forma (o forme) unificata, perché altrimenti nel lungo periodo si genererà troppo caos. Questa versione unificata dovrà essere avallata dagli allievi di prima generazione di Ip Man, affinché non vengano inserite tecniche o principi provenienti da altre discipline. In futuro probabilmente avremo a che fare con migliaia di stili di Wing Chun e tutti lo chiameranno “il Wing Chun di Ip Man”!

È come una tazza di the allungato, alla quale vengono aggiunti anche altri ingredienti: si tratta sempre di the, ma non è la stessa cosa!

GM Sam Lau, la ringraziamo profondamente per la disponibilità. Ha un messaggio che desidera lanciare a tutti i praticanti di Kung Fu tradizionale?

Da dove provengo abbiamo un detto: un giorno Sifu, un padre per tutta la vita. Lau Hon Lam (allievo di prima generazione di Ip Man, Ndt), che è purtroppo scomparso da poche settimane, aveva in casa un piccolo tempio cerimoniale, del tipo usato in oriente per onorare i cari e i familiari. Su questo tempo si trovava, oltre all’incenso e alle offerte, una foto del Gran Maestro Ip Man. Riuscite a comprendere? Il maestro trova posto tra i suoi familiari, il che ci aiuta a capire quanto possa essere importante la figura del “Sifu” per un praticante tradizionale. Il BaiSi (la cerimonia del the che lega un praticante al suo maestro, Ndt) è una cerimonia molto importante! Il Kung Fu vi può insegnare a combattere, ma anche a conoscere una cultura differente e per questo dovete seguire le indicazioni fornite dal vostro maestro. E non parlo del seguire le sole tecniche: occorre studiare anche le tradizioni, altrimenti è ovvio che le varie scuole prima o poi entreranno in conflitto tra di loro, anche all’interno dello stesso stile. È buona norma che i nuovi allievi conoscano fin da subito questa usanza, perché non basta pagare per avere il Kung Fu. Alcuni studenti sono egoisti e non vogliono aiutare i nuovi arrivati, perché sono convinti di perdere il loro tempo. È uno sbaglio. Non siate egoisti, ne trarrete beneficio nella vostra pratica. Alcuni maestri, infine, per ragioni economiche sono obbligati ad accettare tutti, quindi valutate sempre chi avete di fronte.

*Articolo apparso sulla rivista New Martial Hero Magazine, edizione italiana, nel 2014.


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